L’osservazione dell’andamento del prezzo del WTI e del Brent rispetto all'indice Dow Jones, fatta lungo la serie cronologica dal 1° gennaio 2019 aprile al 20 Aprile 2020, mostra aspetti interessanti, per una significativa differenza di comportamento riscontrabile a partire dall'ormai famoso “Black Monday” del 9 Marzo 2020.
Fino al 6 marzo il prezzo del barile, per entrambi i greggi, si manteneva
al di sopra della soglia psicologica, ed in molti casi di break even per l’industria estrattiva, di 40$/barile.
al di sopra della soglia psicologica, ed in molti casi di break even per l’industria estrattiva, di 40$/barile.
Plottando su un piano i punti delle coppie di valori “prezzo al barile” e “Dow Jones” e collegandoli cronologicamente, questi sembrano particelle che si muovono lungo percorsi irregolari, ma non del tutto casuali, indicanti una parziale correlazione fra questi valori ed un legame fra l’andamento del prezzo del barile e quello della borsa.
All'opposto a partire dal 9 Marzo il movimento di queste particelle prende l’aspetto di un moto browniano, termine usato per indicare il movimento caotico e casuale di particelle, senza alcuna direzionalità, suggerendo che per la costruzione il prezzo del barile siano diventati percentualmente importanti altri fattori, che, diversamente, non influenzano l’andamento generale del listino borsistico.
La caoticità del moto è maggiormente accentuata per il prezzo del WTI.
Il confronto fra i prezzi dei due barili, mostra una decisa relazione fra i petroli fino al 20 aprile, quando scompare con l’azzeramento del prezzo del WTI.
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