giovedì 27 ottobre 2022

CONSIDERAZIONI SULLO STOCCAGGIO DEL GAS IN EUROPA

Con l'inverno alle porte e l'approssimarsi dell'accensione del riscaldamento degli edifici, può essere interessante osservare e confrontare le attuali dinamiche del riempimento dei depositi europei di stoccaggio del gas e confrontarle con quanto è avvenuto negli 10 anni passati.

Premessa necessaria per chi non è addentro nel settore: il gas che arriva in Europa viene stoccato, ossia pompato nel sottosuolo,  approssimativamente ogni anno da inizio aprile a fine ottobre, periodo in cui la disponibilità di gas sul mercato è superiore al suo consumo, da cui viene estratto e messo sul mercato nei rimanenti mesi freddi dell'anno, quando la richiesta di gas supera quella del volume del gas  in arrivo coi gasdotti ( e rigassificatori) sommato a quello del gas estratto dai giacimenti europei.

Andamento del riempimento dei siti di stoccaggio europei, nel corso degli anni dal 2011, espresso in percentuale di volumi di gas immagazzinati rispetto alla capacità massima di stoccaggio.


Il gennaio 2022 è iniziato con i volumi  minimi di gas disponibili nei siti di stoccaggio rispetto a quelli degli agli anni precedenti, questo perché la ricarica estiva dei siti in previsione dell' inverno 2021/22 é stata la più bassa degli ultimi 10 anni, inferiore di circa il 10% rispetto la media, i siti erano stati riempiti per meno del 80% della loro capacità di immagazzinamento! Per tutto lo scorso gennaio e febbraio le scorte di gas in stoccaggio sono state le minime degli ultimi 10 anni, dopodiché la situazione è leggermente migliorata, complice forse il riscaldamento climatico e alcune azioni di risparmio decise a seguito della crisi  conseguente l'aggressione contro l' Ucraina.


Verso metà marzo 2020 si è scesi al minimo delle scorte, con i siti contenenti poco più del 25% di gas rispetto alla loro massima capacità, il peggior risultato, dopo quello del 2018. Osserviamo che, nello stesso periodo dell'anno, nel 2020 le scorte di gas arrivavano a coprire circa il 55% della capacità di stoccaggio, grazie anche ad una ricarica da record avvenuta nell'estate autunno 2019. Incidentalmente il 2020 é stato l'anno in cui i livelli di stoccaggio si sono mantenuti ai massimi livelli da gennaio fino a ottobre 2020 quando è iniziato un più deciso drastico sfruttamento di questo gas rispetto agli anni passati e ad una minor ricarica nello stoccaggio.


Andamento giornaliero dei volumi di gas estratto (net withdrawl), dal 2011, espressi in GWh/d (GigaWatt /ora equivalenti per giorno). Nella stagione di ricarica questi volumi ovviamente sono negativi, indicando i valori di gas iniettato.

La ricarica estiva di quest'anno, che ormai si sta concludendo, ha superato del 90% la capienza dei siti, ma difficilmente eguaglierà i valori da record raggiunti nel 2019.


In sostanza affrontiamo il prossimo inverno con buone scorte di gas, ma si è fatto di meglio e in anni in cui non ci si poneva il problema di avere scorte di gas per timori di scarsità di approvvigionamenti. Il deterioramento, o se preferite il mancato miglioramento del riempimento dei siti di stoccaggio è antecedente sia all'ultima crisi dei prezzi che al blocco del gas russo. Forse il gas è stato considerato una commodity per la quale non valeva la pena far magazzino. 


Da questo quadro mi sembra risulti che sia desiderabile una politica europea che vigili maggiormente e proattivamente sull'andamento di queste scorte di gas, con una visione a largo respiro e con un filino in meno di liberismo nel laissez faire ai singoli gestori dei siti di stoccaggio.


L' Europa dovrebbe ricordarsi maggiormente che la necessità di avere una scorta energetica funzionale all’economia è stata uno dei motori che hanno iniziato la spinta verso l'Unione Europea con la creazione, 70 anni fa, della CECA, la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.

 



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